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Chapter I
«No e poi no! Qui ci si viene per riceverle, assistenza e attenzioni, non per darle a noi! È chiaro? Una persona arriva sulla Terra, noi ci prendiamo cura di lei e dopo un po’ quella persona torna sul suo pianeta risanata, nuova! Non il contrario! E poi uno che… che arriva da Jalo! Non lo accetterò mai!».
La Custode stava alzando la voce davanti a tre giovani Cadette impietrite. Ma non erano loro le destinatarie di quello sfogo inaspettato. Aveva un problema, perlomeno lei pensava che lo fosse, con un ospite arrivato da pochi giorni. L’ospite si chiamava Missio Artis, aveva una trentina d’anni ed era il più giovane della famiglia Artis, un casato aristocratico di Jalo, che dell’Unione Galattica era uno dei pianeti meno lontani dalla Terra.
Il motivo dell’irritazione della Custode era che Jalo, nello spirito, era una specie di pianeta gemello: aveva una politica fortemente ambientalista e salutista, e questa tradizione non era mai stata sovvertita. Essa dominava i pensieri degli jaloani, e i suoi governanti, che si davano battaglia su tutto, nei secoli non avevano mai toccato questi fondamenti: la dedizione alla salute, alla salvaguardia della natura e alla pulizia era la loro costituzione non scritta. Perfino i loro nomi erano essenziali, musicali: tutti bisillabi.
La Terra (“Bello Come La Terra” era il detto che, nell’Unione Galattica, tutti conoscevano) era, al confronto della maggior parte degli altri pianeti, un paradiso; però, in contrasto con la sua fama, era anche un pianeta lercio, con rade città inselvatichite e con grandi territori abbandonati a loro stessi, la cui natura era da secoli fuori controllo, infestata di piante e bestie, molte delle quali non amichevoli.
Faceva eccezione la grande struttura simile che la Custode comandava. Sorgeva al centro di un territorio gigantesco, di oltre 9.000 chilometri quadrati, perfettamente controllato, protetto e recintato. Lì si coltivava e si allevava, e soprattutto si trattavano e s’insegnavano la salute fisica e mentale, l’estetica del corpo, il benessere. Era un’isola di speranza. Ma Jalo era “tutto” verde, con grandi parchi, foreste rigogliose e città i cui abitanti erano ossessionati dalla religione dell’ecologia, si nutrivano con cibi naturali e respiravano aria inarrivabilmente leggera. E adesso, uno di loro era atterrato lì portando qualche cosa con sé e pretendeva di parlare con “chi comanda”. Insomma, la Custode si era ritrovata in casa un rivale